Lo sbiancamento dei denti, o dental bleaching, è un servizio sempre più richiesto dai pazienti, anche perché avere i denti bianchi è considerato uno degli aspetti più attraenti di una persona.
Per avere denti bianchi non è però sempre necessario effettuare uno sbiancamento dentale. In molti casi infatti potrebbe bastare un’accurata igiene orale per rimuovere le macchie superficiali dei denti e sfoggiare un sorriso smagliante.
In questo articolo scopriremo cos’è lo sbiancamento dentale, come funziona e quali sono gli aspetti più importanti da considerare. Sarai così più preparato per affidarti ad uno specialista che verificherà il tuo caso e valuterà il trattamento più adatto.
Sbiancamento dentale: cos’è
Lo sbiancamento dentale è un trattamento estetico che ha l’obiettivo di riportare i denti alla colorazione naturale con un effetto sbiancante. Quando si parla di colorazione naturale non ci si riferisce sempre ad un bianco candido. Il colore naturale dei denti è infatti unico per ogni soggetto ed è il risultato della sovrapposizione degli strati di cui è composto il dente stesso.
Il colore nel tempo cambia per varie ragioni: la parte più esterna del dente, lo smalto di colore bianco e traslucente, si assottiglia facendo così trasparire la dentina sottostante. Quando lo smalto si riduce a causa delle stimolazioni chimiche e meccaniche, quindi, la dentina sottostante, di colore più scuro tendente al giallo, inizia a intravedersi e il dente apparirà meno bianco.
A influire su questo processo fisiologico ci sono anche fattori esterni, come il fumo, il tè, il vino, il caffè e i coloranti alimentari, che vanno a corrodere lo smalto, lasciando poi delle macchie.
Per rallentare questi processi, senza arrivare necessariamente allo sbiancamento dei denti, è dunque utile e necessario mantenere sempre una buona salute della bocca, con pulizie quotidiane e visite periodiche dal dentista.
Lo sbiancamento dei denti infatti è certamente efficace sui denti naturali, ma non rimuove le macchie sui denti provocate da alimenti, bevande e accumulo di placca e tartaro.
Come funziona lo sbiancamento dentale
Lo sbiancamento dentale si basa sulla liberazione di molecole di ossigeno all’interno della struttura dello smalto e della dentina mediante l’utilizzo di agenti chimici sbiancanti. L’effetto sarà la disgregazione dei pigmenti colorati che provocano l’ingiallimento dei denti.
Le molecole sbiancanti più utilizzate sono il perossido di idrogeno e il perossido di carbammide a diverse concentrazioni. Per l'utilizzo in sicurezza dei prodotti contenenti perossido di idrogeno esistono delle regole, stabilite dal D.M. del Ministero della Salute del 5 novembre 2012 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale con provvedimento nu. 22 del 26 gennaio 2013.
La normativa ha stabilito, tra le altre cose, che dall’11 luglio 2013 “i prodotti sbiancanti dentali con concentrazione > 0,1 % ≤ 6 % di perossido di idrogeno, presente o liberato, classificati come dispositivi medici e marcati CE già presenti sul mercato non possono essere venduti o distribuiti al consumatore finale.”
Bisogna dunque sempre affidarsi a specialisti per la prescrizione e l’utilizzo di questi prodotti.
Le tipologie di sbiancamento dentale
Esistono due tipologie principali di sbiancamento:
- sbiancamento alla poltrona, che viene effettuato in studio da un professionista;
- sbiancamento domiciliare, che il paziente svolge in autonomia.
Lo sbiancamento dentale professionale avviene applicando un gel a base di perossido di idrogeno al 35-40% per due/tre cicli di 20 min. L’alta concentrazione del perossido di idrogeno potrebbe danneggiare i tessuti molli che vanno quindi protetti utilizzando strumenti specifici.
Lo sbiancamento domiciliare viene effettuato utilizzando un apposito kit per lo sbiancamento dei denti, che contiene delle siringhe con il gel sbiancante e due mascherine da posizionare nell’arcata superiore e inferiore.
Ha una concentrazione più bassa di agente sbiancante (il gel in questo caso è a base di perossido di carbammide) e quindi agisce in modo più graduale.
La scelta tra i due trattamenti va concordata con lo specialista, che decide in base alle esigenze del paziente, alle sue abitudini e al risultato che desidera ottenere.
Per verificare i risultati dello sbiancamento dei denti prima e dopo il trattamento, il dentista, prima di procedere, effettua un campionamento del colore con lo spettrofotometro o la scala colori dentale.
Lo sbiancamento dei denti ha delle controindicazioni?
Lo sbiancamento dentale non ha particolari controindicazioni, anche se ci sono alcune accortezze di cui tenere conto per evitare fastidi.
Si potrebbe ad esempio manifestare un’ipersensibilità dentale agli stimoli termici, ossia al caldo e a freddo, nei giorni successivi al trattamento. È comunque un disagio reversibile, che va via in poco tempo.
Consigliamo sempre di seguire le indicazioni di uno specialista in merito alla frequenza dello sbiancamento dentale e alle modalità di esecuzione.
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